Il solo sentire pronunciare quest’affermazione dovrebbe farci intendere quale sia il senso di responsabilità che i nostri amministratori hanno nei confronti della res publica e quindi della comunità che li ha eletti. Un concetto bipartisan perché tutti
hanno da perderci, e nessuno vorrebbe mai esser additato come colui che è responsabile di un errore, di un progetto o di un provvedimento sbagliato, di un comportamento illegittimo.
E’ per questo che fanno fatica anche a rimarcare le colpe della presunta parte avversa, tanto prima o poi ci si ritrova tutti sulla stessa barca, o magari nella stessa maggioranza come nell’ultima amministrazione, e gli errori degli altri diventerebbero i propri.
La mancanza di senso di responsabilità, d’altra parte, e
l’impunità, quanto meno elettorale, rispetto ai continui comportamenti irresponsabili, superficiali e poco attenti a progettare la città del futuro, sono gli elementi cardine del decadimento della nostra società, cui oggi assistiamo con senso di impotenza. Una strategia consolidata che vorrebbe sfiancare i più ostinati idealisti e sostenitori della politica per il bene comune.
Ma c’è un vento nuovo che spira sempre più forte e che travolgerà il sistema inesorabilmente. Alimentato, da una parte, dalla crescente indigenza di un’intera classe sociale che sino a qualche tempo fa sopravviveva dignitosamente e che oggi si trova ormai ai margini della povertà; dall’altra, da giovani sempre più emarginati ai confini dell’illegalità e dello sbandamento sociale.
È un vento di tempesta quello che si va generando e che, incoraggiato dalla possibilità di una “Politica Nuova” finalmente al servizio della comunità, potrebbe invece diventare l’elemento devastante della nostra società, qualora rimanesse inascoltato.